locandina video esodati esclusi

L’impossibile conta

 

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È dai giorni antecedenti la controriforma pensionistica del 2011 che aleggia in molti ambienti la determinazione, in altri casi la necessità, di contare gli esodati. Un assillo che da allora, alternativamente ma quasi costantemente, alberga in molte menti; talune alimentate da indomito desiderio di giustizia, tal altre, assai più numerose delle prime, certe che quella sia la strada più diretta per conferire credibilità a chi va sostenendo che gli esodati non esistono più o che sono ridotti ormai a numeri talmente irrisori da costituire l’eccezione, lo spiacevole ma inevitabile prezzo umano da pagare al progresso.

Praticamente tutti gli attori di questa storica vergogna della politica hanno presuntuosamente voluto contare gli esodati. Tutti, tranne gli unici deputati e legittimati a farlo: Ministero del Lavoro e Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale che dal primo direttamente dipende.

Tra una comunicazione informale e l’altra, si son lette le cifre più disparate: dagli iniziali 50.000 a 65.000, per diventare poi 392.000 per bocca dell’allora Presidente dell’ INPS, Dott. Mastropasqua, e assestarsi in ultimo a numeri che oscillano tra i 153.000 e i 172.000 a seconda degli obiettivi di chi legge i consuntivi. Un turbinare di numeri che qualche improvvido ora vorrebbe dirimere con non si sa bene quale astruso censimento, necessariamente basato su metodi del tutto empirici e che altri, vedi per esempio quelle amministrazioni locali che il Comitato “Esodati Licenziati e Cessati” va sensibilizzando in merito alla vicenda, giustamente necessitano di conoscere, almeno con buona approssimazione, per poter argomentare in sede di delibera.

Non esistono numeri ufficiali e non per imperizia o superficialità dei comitati. I numeri ufficiali non esistono semplicemente perché gli organi deputati a comunicarli, da oltre sei anni a questa parte, si dicono impossibilitati a computarli. Un primo passo, forse efficace per superare queste inefficienze (perché di inefficienze si tratta nel migliore dei casi) e fare finalmente piena luce sulla vicenda, potrebbe essere una richiesta alle istituzioni centrali di produrre finalmente alle amministrazioni locali dei numeri ufficiali e attendibili in forma disaggregata per regioni. Per quanto compete ai comitati, più che fornire una stima generale e approssimativa di una platea nazionale di circa 6.000 unità, ricavata sulla base di valutazioni di massima sui numeri delle precedenti salvaguardie e sui flussi dei propri iscritti, gli stessi non sono materialmente in grado di contribuire.

La cosa certa è che gli esodati esistono. Esistono perché quotidianamente i comitati raccolgono il grido disperato di chi, in molti casi, non ha più nulla di cui spogliarsi per sopravvivere. Non è gente che reclama un diritto sociale; è gente che reclama un diritto quesito in virtù di un patto  di legge con lo Stato, da questi disatteso. È gente che domani, se non otterrà quello a cui la Costituzione concede a loro pieno diritto (vedasi le diverse sentenze costituzionali in tema di diritti quesiti e di salario differito) andrà ad infittire le avanguardie degli homeless del terzo millennio che graveranno sulle disponibilità delle amministrazioni locali.

Per queste ragioni, la politica territoriale non deve guardare alla nona salvaguardia come ad una mera questione etica e di solidarietà umana ma deve sentirsi direttamente chiamate a prevenire, anche a dispetto di alcuni formalismi, un incombente deterioramento della stabilità sociale dei rispettivi territori. Nel rimarcare i diritti lesi degli esodati e nel sollecitare, nell’incombente emergenza, le amministrazioni a considerare la questione nella sua complessità, che suggerisce di travalicare le omesse quantificazioni del potere centrale, il Comitato “Esodati Licenziati e Cessati” si attende un fattivo contributo alla causa da parte di queste amministrazioni alle quali, come già è stato fatto in ambito parlamentare, sta via via consegnando un succinto dossier esplicativo della complessa vicenda con l’obiettivo che questo documento costituisca una valida base di informazione e soprattutto di fattivo confronto.

 

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