Nella serata di martedì 30 ottobre, poche ore prima della firma del testo della legge di Bilancio 2019 da parte del Presidente della Repubblica, la Commissione Lavoro della Camera, a conclusione di una discussione dagli esiti fino all’ultimo incerti, ha approvato all’unanimità la risoluzione n. 8-00004, la quale riunisce le risoluzioni 7-00021 (Rizzetto), 7-00066 (Serracchiani), 7-00076 (Polverini) e 7-00087 (Pallini).
L’estratto della seduta riguardante il testo completo della risoluzione approvata ( lo trovate qui ). È fondamentale qui rilevare il chiaro e inequivocabile impegno che la risoluzione pone al Governo: salvaguardare quanto prima gli ultimi 6.000 esodati. La risoluzione non parla di Quota 100, di Quota 41, di Opzione Donna, di ferrovieri o di quant’altri. La risoluzione parla esclusivamente di esodati.
« …la risoluzione impegna il Governo ad assumere tempestivamente le adeguate iniziative normative volte a tutelare il diritto di accesso al pensionamento della platea di lavoratrici e lavoratori rimasti esclusi e fuoriusciti dal mercato del lavoro e non entrati nel sistema previdenziale a causa delle modifiche apportate al quadro legislativo dalla riforma Monti-Fornero, prevedendo disposizioni che non rechino limiti e che non siano soggette a interpretazioni che possano mettere nuovamente a rischio l’accesso ai trattamenti pensionistici.»
In buona sostanza, enucleando la tematica degli esodati dal più generale contesto previdenziale e assistenziale, di fatto sottintende la lapalissiana evidenza, da sempre sostenuta dal Comitato “Esodati Licenziati e Cessati”, che tale questione esuli dal contesto delle riforme strutturali e sperimentali a venire, delle quali si discute ampiamente al momento. Nel caso degli esodati è stato infatti inferto un danno in conseguenza di un diritto negato, che chiede di essere riconosciuto e restituito nella sua interezza. Non siamo in presenza di una pur legittima e condivisibile esigenza di un ammorbidimento, seppur con risvolti onerosi, delle regole vigenti.
In considerazione dell’impegno appena sollecitato all’unanimità dalla Commissione Lavoro della Camera, coerente appare il testo della Legge di Bilancio 2019 appena firmato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella laddove, all’Art. 21, ( consultabile qui ), nelle “disposizioni inerenti l’istituzione di fondi per l’introduzioni del reddito e delle pensioni di cittadinanza e per la revisione del sistema pensionistico” nel demandare gli interi capitoli previdenziale e assistenziale a successivi decreti collegati, non fa menzione alcuna della questione esodati. In altre parole, gli esodati non sono compresi nel “Pacchetto Pensioni” perché, come richiede la risoluzione della Commissione Lavoro, dovranno trovare soluzione urgente e la soluzione urgente sta nell’emendare la Legge di Bilancio 2019.
Salvo ripensamenti difficili da argomentare in aula dopo l’approvazione unanime di maggioranza e opposizione in Commissione Lavoro, un emendamento alla Legge di Bilancio in favore della nona salvaguardia avrebbe quindi ottime probabilità di ottenere l’approvazione. Nei prossimi giorni sarà certo cura dei comitati ripartire dai contatti politici affinché la nona salvaguardia diventi concretamente oggetto di emendamento alla Legge di Bilancio e, nel contempo, vigilare e contribuire affinché le tipologie di lavoratori coinvolti risultino al fine esaustive e corrette. Compito quest’ultimo per il quale il Comitato “Esodati Licenziati e Cessati” è ancora in attesa della chiamata al tavolo tecnico promesso dal Ministro del Lavoro, on. Luigi Di Maio, in occasione dell’incontro del 18 ottobre scorso. Nel concetto della formulazione dell’emendamento comunque il condizionale è d’obbligo in quanto, se da un lato la risoluzione “impegna” il Governo, dall’altro non è un obbligo categorico delle rappresentanze politiche presentare emendamenti. Sarà quindi l’iniziativa dei singoli comitati a poter fare la differenza, al punto da indurre le forze politiche a presentare i necessari emendamenti.
È proprio per questo motivo che il Comitato “Esodati Licenziati e Cessati” guarda ora con forte apprensione all’irruenza di certuni che, facendo un tutt’uno delle più disparate rivendicazioni, continua a intrecciare pericolosamente le vicende della salvaguardia degli esodati con le altre realtà oggetto del cosiddetto “Pacchetto Pensioni”, rischiando di compromettere gravemente la chiara visione dei diversi contesti anche al legislatore. Esperienza e buonsenso insegnano che tematiche diverse, le cui soluzioni si prospettano con tempistiche diverse, vanno trattate ben distintamente e in momenti diversi. Mescolare la tematica degli esodati, che può facilmente trovare soluzione in Legge di Bilancio, con altre problematiche a carattere strutturale come Quota 100, reddito di cittadinanza e Opzione Donna, che già la bozza della Legge di Bilancio rinvia a successivi decreti, semplicemente non appartiene al mondo della logica e può solo infondere confusione e disorientamento nel legislatore, al punto da sottoporre a forte rischio, non solo l’approvazione stessa della nona salvaguardia ma anche la corretta ed esaustiva formulazione del testo di Legge laddove il legislatore ha il dovere di individuare e descrivere correttamente le sole categorie di lavoratori che rientrano nella casistica degli esodati e i requisiti necessari a determinarne il diritto.
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