In Grecia sta avvenendo una tragedia immane nel silenzio generale

La campagna elettorale è in pieno svolgimento e sinceramente non se ne può davvero più del deprimente spettacolo offerto dai partiti tutti, dal PD al PDL, e delle loro vaghe quanto sterili promesse. Mentre il PDL si abbandona ad un puerile populismo rispolverando improbabili propositi di abrogazione tout-court delle più disparate tasse e gabelle (basta anche un semplice tweet di richiesta e loro promettono di cancellare qualsiasi cosa), il PD, dopo un anno abbondante, finalmente si accorge che (forse) le riforme del lavoro e delle pensioni hanno colpito duramente in modo assolutamente unidirezionale il paese e lo stanno riducendo alla miseria. Qualsiasi persona di buon senso immaginerebbe che, se una legge è sbagliata, la unica promessa saggia possibile sia quella di ritirare il provvedimento e di tornare all’antico, tanto più che con le regole preesistenti l’ente previdenziale (è scritto nei bilanci annuali) era in attivo e le precedenti riforme già garantivano la sicurezza dei bilanci almeno fino intorno agli anni ’50. E invece no, la riforma Monti-Fornero si cambia ma giammai si tornerà indietro. Visto che il proposito dichiarato è quello di “dare una soluzione” a tutti mantenendo invariati gli stanziamenti, c’è da domandarsi se tra le fila del PD non militi forse qualche novello messia capace di moltiplicare pani e pesci, o se non sia piuttosto il caso di iniziare a preoccuparci di quella “soluzione per tutti” che non vorremmo mai fosse anche “finale” (nel senso di finire tutti quanti, salvaguardati compresi, con l’andare ad infoltire le schiere delle Brigate Cirio). D’altro canto il monito del premier (finto) dimissionario e mai eletto dal popolo benché sia di sicuro gradimento a Goldman Sachs (i cui bilanci nel 2012 sono andati a gonfie vele) è stato molto chiaro e l’imprimatur di Bruxelles al probabile futuro governo Bersani è stato concesso solo a patto che vi fosse un preciso ed irrinunciabile impegno a proseguire nella mattanza dello stato sociale, così come è stata organizzata dal governo “tecnico” su mandato del FMI, recapitato per mano di frauilein Merkel.

Guardando invece alla realtà, non è difficile comprendere cosa sarà l’Italia tra non molto tempo; basta guardare a ciò che sta accadendo in Grecia, a poche centinaia di chilometri da noi. Poche centinaia di chilometri che però  i media di regime hanno tramutato in una distanza siderale: più nessuna testata, giornalistica o televisiva che sia, parla della Grecia se non per riportare asettici resoconti di prestiti centellinati fino all’ultimo istante. Eppure ciò che accade in Grecia dovrebbe fare notizia, quanto meno la dovrebbe fare più delle comparsate televisive sotto copione della nutrita (in tutti i sensi) fauna gerontocratica di quello che un tempo era il nostro parlamento sovrano. Eppure la tragedia della Grecia dovrebbe in qualche misura trovarci coinvolti se è vero che anche il nostro governo, come il loro, è stato esautorato da poteri esterni che, al suo posto, hanno nominato uomini di Goldman Sachs sotto la minaccia dell’aggressione finanziaria dei mercati internazionali. Il governo Papadopulos, come il governo Berlusconi, aveva molte e gravi colpe: entrambi hanno lasciato che lo stato venisse permeato dalla corruzione, entrambi hanno dilapidato le ricchezze della loro nazione, ma entrambi erano stati eletti democraticamente, seppur improvvidamente. Ecco allora perché della Grecia non si parla: perché Atene rischia fortemente di essere lo specchio di un futuro non lontano di ciò che saranno Milano, Torino, Napoli, Roma e tutte le altre città: un popolo alla fame, senza più lavoro né pensioni e spogliato dei propri averi dalle banche.
La realtà greca odierna è terrificante ma di questo i media e i partiti politici non ne parlano. Ne parla però il web perché, a differenza della carta stampata, il web non è circoscritto all’interno del nostro paese. Nel web le notizie arrivano da tutto il mondo e in tutto il mondo si diffondono; il web non lo possono censurare e allora il web ci racconta la realtà di un paese, la Grecia, che non sta facendo semplicemente dei sacrifici per pagare i propri debiti: la popolazione sta letteralmente morendo di fame (o per suicidio) e gli ospedali non hanno più scorte di magazzino per curare vecchi e bambini. Sul blog libreidee.org, il giornalista Paolo Barnard riporta un resoconto a dir poco agghiacciante di quanto sta avvenendo in Grecia e nel leggerlo non può sfuggire il filo che lega l’odierna situazione in Grecia con quella futura e assai probabile che attanaglierà l’Italia non appena sarà terminata questa farsa elettorale, il cui unico scopo é quello di nascondere l’anomalia costituzionale di un governo mai nominato democraticamente dai cittadini, che nell’ombra conserverà le redini politiche di un nuovo governo e di un nuovo parlamento di meri e fedeli esecutori di ordini. In quanto esseri umani, non possiamo chiudere gli occhi di fronte a questa immane tragedia europea; soprattutto non possiamo legittimare un simile crimine col nostro prossimo voto, per poi magari dire, come è stato detto 75 anni fa, di essere stati ignari dei crimini che si andava compiendo davanti ai propri occhi. Se, per sfiducia o per disfattismo che sia, non consegneremo il nostro voto alle urne o se lo useremo male dando così il nostro personale contributo ad un crimine contro le popolazioni, noi saremo altrettanto colpevoli.

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