Elezioni, momento decisivo per il nostro Paese

Le circostanze in cui stanno per svolgersi le prossime consultazioni elettorali, rappresentano una situazione assolutamente inedita per il Paese, malgrado vengano spacciate per consuete.

Invece, non c’è proprio nulla di “solito” in questa chiamata alle urne.
Troppo grave è la situazione in cui versa il Paese.
E mai è stata così determinante la scelta che gli elettori compieranno.

In realtà, l’unica cosa sempre uguale sono quelle facce che appaiono nella scatola magica che tutti abbiamo in casa, che fanno capolino per chiedere quei voti che domani li faranno spadroneggiare sino alla fine della legislatura. Come sempre, il giorno dopo gli slogan andranno al macero e il pragmatismo delle nascoste linee programmatiche prenderà il sopravvento.

I vari politicanti si rivolgono alla massa. Una massa dedita alle sostanze oppiacee propalate da tutti i media allineati al sistema partitocratico, tramite giornalisti senza ormai il minimo pudore per l’etica professionale. Questa è la massa critica sulla quale i politicanti lavorano come ragni sulla tela.

La massa che ignora quel che davvero sta accadendo e perché sta accadendo.
La massa che vuole ignorare la realtà, perché pensare è fatica e spesso pena.
La massa che vuole avere notizie fasulle ma rassicuranti
e che alla fine, dall’alto di un idiota ottimismo critica le teste pensanti
perché disturbano le loro puerili certezze.

Questa massa voterà il peggio del peggio, perché …ha bisogno della certezza d’essere fottuta come sempre, come al solito. Nulla è più rassicurante del percorrere la solita strada per poi lamentarsi che “sono tutti uguali”, ovviamente. I sondaggi sono lì a dimostrarlo: la partitocrazia vince sempre, è pressoché imbattibile.

Il PD, che ha appoggiato strenuamente e convintamente le micidiali ricette classiste del Governo tecnico, con un segretario che appena un mese fa ha dichiarato «La mia ricetta? Quella di Monti più qualcosa. Perché ci vuole rigore e austerità ma anche lavoro ed equità» è al 30%; Come accidenti faccia un segretario del PD a dire certe cose senza essere mandato al diavolo dagli elettori è un mistero, molto più appassionante di quello di Fatima. Ma così è.

Il PDL, per il quale mancano davvero le parole per descrivere i danni morali e materiali prodotti all’Italia intera, supera il 20%. La lista Monti si aggira al 10/12%, e non è detto che alla fine il bottino non aumenti. Dove sta la rabbia, la presa di coscienza, quella cosa impropriamente chiamata antipolitica dai furbi ma che, al contrario, è voglia di vera politica? Mistero.

Il Movimento 5 Stelle, se proprio dovesse andar bene, avrà il 15%, Rivoluzione civile il 6/7%. Ecco in cosa consiste la voglia di dare un calcio a quelli che si ergono a nostri padroni e che banchettano perfino con il nostro futuro: un misero 22% di voti.

E’ chiaro come il sole come finirà questa storia tutta sbagliata.
Monti sarà la mente e Bersani il braccio.

Monti si arruffianerà i poteri forti e Bersani cercherà di imbonire la massa cercando di dare un senso alle mazzate che si moltiplicheranno verso i più deboli. Negli anni a venire il 2012 in confronto sarà ricordato come un buon anno, ed è tutto dire. Sanità, Previdenza (anche i già pensionati sono nel mirino), 200mila esodati ancora dispersi, lavoratori più anziani “troppo protetti”:

ci saranno sorprese che non piaceranno,
ma chi da il voto ai neoliberisti dovrà tacere.

La strage degli innocenti continuerà, mentre le aziende useranno l’arma del licenziamento per “motivi economici”, per sfoltire l’organico “troppo protetto”. Lo rimpiazzeranno con giovani “poco… Choosy”. A “saldi invariati” magari avremo il mantenimento del livello occupazionale, ma il reale costo sociale, di cui nessuno parlerà, sarà altissimo.

La partitocrazia vince e la società muore.
Amen.

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