L’incontro con il Presidente della Camera, On. Roberto Fico, chiesto e ottenuto dal Comitato Esodati Licenziati e Cessati ha ottenuto un’ampia visibilitá mediatica, superiore anche alle piú rosee aspettative della vigilia. Una visibilitá tutta incentrata sulle apprezzate parole che l’interlocutore ha pronunciato attraverso i social al termine dell’incontro.
“E’ un tema che necessita la massima attenzione. Nonostante diversi interventi legislativi successivi alla riforma Fornero restano ancora migliaia di persone non salvaguardate. A queste occorre dare risposte”.
Questo il commento dell’On. Roberto Fico al termine dell’incontro, prontamente rilanciato dalle piú titolate fonti d’informazione quali il sito istituzionale del Parlamento, Radiocorr, Borsa Italiana e altri non meno qualificati.
Resta ora da verificare se e in quale misura tali promettenti considerazioni abbiano potuto incidere sulla bozza di contratto in via di definizione tra M5S e Lega che, al 16 maggio, quindi due giorni dopo l’incontro, alla voce “pensioni” ancora non riporta cenno alcuno nel merito della questione esodati.
“Prorogheremo la misura sperimentale “opzione donna” che permette alle lavoratrici con 57-58 anni e 35 anni di contributi di andare in quiescenza subito, optando in toto per il regime contributivo. Prorogheremo tale misura sperimentale, utilizzando le risorse disponibili.”
Le risorse disponibili appunto. Giá… Ma quali? Se si pensa ai risparmi giacenti, gli unici disponibili sono i 720 milioni della ottava salvaguardia, fatti confluire nel FOSF dalla legge di stabilitá 2018. Non sono certo disponibili quelli di Opzione Donna, bloccati per il contatore a suo tempo fortemente voluto dalla Commissione Lavoro della Camera presieduta dall’allora On. Cesare Damiano e, in questo senso, fa chiarezza Orietta Armillato dalla pagina Facebook del suo Comitato con queste chiare parole:
“Se il riferimento ai risparmi fosse quello del cd contatore attivato con la LDB 2016, sappiamo che il monitoraggio attivato lo scorso ottobre e sottoposto in ottemperanza della legge alle Camere, non ha rilevato disavanzi attivi che, in ogni caso, non potrebbero essere utilizzati a causa dell’esercizio del diritto soggettivo.”
Quindi, a quali risparmi ci si riferisce?
Il timore che, ancora una volta, l’ennesima, si punti ad espropriare gli esodati dei risparmi della ottava salvaguardia non è poi tanto peregrino.
Se le parole pronunciate dal Presidente della Camera non piú tardi di tre giorni fa hanno un senso – e noi di questo non dubitiamo affatto – non resta che pensare ad una approssimativa conoscenza delle problematiche e dello stato dell’arte di chi sta tracciando le linee programmatiche di un travagliato accordo di governo. Non fosse altro che per due chiarissimi motivi: la nona salvaguardia è nel programma della Lega. In secondo luogo, visto l’irrisorio impegno economico, per altro giá abbondantemente coperto dai risparmi provenienti della ottava salvaguardia, abbandonare al loro destino 6.000 ex lavoratori che hanno avuto l’unico torto di fidarsi delle leggi dello Stato metterebbe in forse l’affidabilitá di un contratto di governo tra forze politiche che si apprestano a dover dimostrare la percorribilitá di scelte ben piú impegnative a realizzarsi. Per altro verso, valutando il momento contingente, certe approssimazioni dei futuri legislatori sono abbastanza nell’ordine delle cose anche se, ad onor del vero, pericolosamente borderline. Non mancherá l’opportunitá, in occasione di nuovi incontri dei quali alcuni giá in calendario o in via di definizione, per esporre agli interlocutori lo stato dell’arte dei risparmi e per approfondire ulteriormente le motivazioni e le urgenze che ci spingono a chiedere una nuova salvaguardia. Sebbene allertati per le ambiguitá contenute nel testo di accordo, riteniamo che questo non debba sollevare dubbi su quanto emerso in sede d’incontro col Presidente della Camera dei Deputati. Da li si deve partire per far si che la nona salvaguardia diventi effettivamente programma di governo e che i fondi necessari vengano tutelati.
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