Due fatti, avvenuti in questi ultimi giorni tengono in fibrillazione il mondo degli esodati e meritano di essere commentati.
Primo fatto
Alcuni comitati hanno approntata, e ritengo ormai recapitata alla consigliera per le pari opportunità, Dott. ssa Francesca Bagni Cipriani e alla on. Boschi, una lettera di denuncia delle attuali discriminazioni di genere operanti in ambito previdenziale. Si tratta in verità di una situazione davvero emergenziale, tanto che viene riportato nella lettera stessa. Quello che non è chiaro però è l’accostamento di questa emergenza con le salvaguardie e con tutta un’altra serie di problematiche, quali i precoci e i fruitori della legge 104. Partendo dal fatto che i consiglieri alle pari opportunità rivestono un ruolo propositivo e di controllo e non legislativo (DLGS 196 del 23 maggio 2000) e fatto salvo che non fosse già pronta una PDL ad hoc che, stante l’attuale contingenza economica, non potrebbe che limitarsi a particolari casistiche numericamente contenute, se anche quella lettera sortisse effetti, una prospettiva realistica dovrebbe traguardare ad un futuro ancora parecchio lontano; inoltre, il relazionare una eventuale “eliminazione” delle aspettative di vita con la ottava salvaguardia presenta più di una contraddizione.
Intanto, nella migliore delle ipotesi, non penso si possa andare oltre ad un eventuale blocco delle aspettative di vita perché una eventuale loro abolizione tout-court darebbe luogo a discriminazioni nei confronti di chi, a parità di requisiti, le ADV invece le ha dovute scontare.
In secondo luogo, quello delle discriminazioni di genere in campo previdenziale è un problema articolato e reale, al quale è necessario applicare adeguati correttivi, ma esula totalmente dalla legge di salvaguardia; è una questione che va contestualizzata in ambito di regime delle decorrenze, non in quello della legge che su quello stesso regime si articola. Che senso ha quindi parlare di esodati se il problema di fondo è il regime delle decorrenze? Qui non è in discussione la legittimità delle richieste, bensì il contesto delle motivazioni dal quale le stesse scaturiscono, nonché le possibili negative conseguenze che possono derivare da una semplicistica generalizzazione delle problematiche. Un conto è dar corso ad una convergenza di scopo e questo, per esempio, lo stanno facendo il comitato “Licenziati o Cessati senza tutele” con Opzione Donna per la questione del cumulo; altro conto è fondere le problematiche in un unico calderone, aprendo in tal modo la strada a soluzioni cumulative. L’orizzonte visivo, dal punto di vista dei comitati esodati superstiti, deve mantenersi focalizzato sulle motivazioni della loro specifica causa, impedendo che tali motivazioni vengano stravolte o dirottate verso obiettivi che, con il vulnus costituzionale compiuto nei loro confronti, non hanno nulla a che vedere. Le ragioni delle donne, come in misura minore quelle dei precoci, sono di natura sociale mentre quelle degli esodati sono prettamente di natura costituzionale e la speciale attenzione mostrata dal legislatore nei confronti dei loro mobilitati non fa altro che confermarne la natura. Se per altre casistiche può rientrare nell’ordine delle cose una soluzione mediata, basata su un concetto di dare per avere (vedi APE), così non può essere per gli esodati, perché un diritto acquisito e negato può solo essere restituito; barattarlo significherebbe rinunciare al diritto.
Secondo fatto
Recentemente i tre sindacati hanno scritto all’INPS chiedendo formalmente di prorogare i termini di scadenza per la presentazione delle istanze di salvaguardia, adducendo la ragione secondo la quale l’attivazione delle procedure online, predisposte allo scopo, ha subito un ritardo prossimo a 30 giorni limitando, di conseguenza e nella stessa misura, il tempo disponibile per inoltrare l’istanza con la relativa documentazione. Per correttezza si riporta in calce il testo della missiva in questione ma occorre rilevare le perplessità e l’inquietudine sollevate dall’articolo a firma di Vittorio Spinelli, comparso su PensioniOggi.it dell’ 11 febbraio scorso.
Sarebbe sufficiente leggere l’articolo per capire che laddove l’articolo accenna ad un intero anno di proroga, espone le personali considerazioni del giornalista e non si riferisce, in nessun modo, al contenuto della lettera dei sindacati, cosa della quale, il testo riportato a fondo articolo ne offre piena conferma. Tanto però è bastato a sollevare una ridda di voci allarmate intorno ad ipotetiche manovre tese a rallentare le operazioni della ottava salvaguardia. Ridda che si sarebbe potuta benissimo sedare all’istante se soltanto i sindacati, in considerazione delle inquietudini a torto o a ragione scatenatesi e vista la genericità, in termini temporali, della richiesta da loro formulata, avessero almeno avuto la compiacenza di diramare una nota esplicativa in tal senso. Fino ad ora ciò non è avvenuto ma si è sempre in tempo a provvedere se, per rispetto verso chi soffre una indegna condizione ormai da anni, si volessero dissipare del tutto le inquietudini.
Per completezza di informazione, occorre infine annotare che, nel corso della stesura di questo articolo e a seguito di contatti telefonici intercorsi tra alcuni coordinatori dei comitati esodati e la Direzione Centrale Pensioni INPS, la Dott. ssa Rita Comandini ha tenuto a precisare quanto segue:
– Le voci di una proroga dei termini sanciti dalla legge di Bilancio sulla Ottava Salvaguardia sono destituita di qualsiasi fondamento;
– per prorogare tali termini occorrerebbe una legge a modifica della precedente e, allo stato attuale, non si ha alcuna notizia che il Governo intenda emanare un tale provvedimento, che dovrebbe comunque essere sottoposto al vaglio del Parlamento, salvo non si ipotizzi un improbabile Decreto Legge.
Una precisazione quanto mai opportuna che però, se da un lato contribuisce notevolmente a restituire serenità all’ambiente degli esodati, dall’altro confuta nella sostanza una iniziativa trisindacale, sottoscritta a tre mani dai rispettivi segretari confederali.
Testo della lettera inviata a INPS dai tre sindacati CGIL, CISL e UIL
Roma, 10 Febbraio 2017
Ministro del lavoro e delle Politiche Sociali
On. le Giuliano Poletti
Presidente INPS
Dott. Tito Boeri
Cgil, Cisl e Uil chiedono una proroga della data limite per la presentazione della domanda di accesso all’ottava salvaguardia per gli esodati, in considerazione del ritardo da parte dell’Inps nel rendere disponibili le procedure necessarie per il corretto invio delle domande stesse.
Tale procedura è stata, infatti rilasciata il 17 gennaio e resa pienamente operativa dal 1°febbraio, riducendo di fatto il tempo utile per la presentazione che scadrà il prossimo 1° marzo. Tale proroga si rende necessaria per poter garantire l’accesso alla misura di salvaguardia in considerazione del fatto che oltre il termine del 1°marzo il diritto decadrà.
Cordiali saluti.
CGIL CISL UIL
Roberto Ghiselli Maurizio Petriccioli Domenico Proietti
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