Procede serrata la campagna di raccolta delle pre-adesioni alla diffida collettiva nei confronti del Governo, lanciata una decina di giorni or sono dal Comitato “Licenziati o Cessati senza tutele” a sostegno del totale rientro nel Fondo, istituito dall’art. 1, comma 235 della Legge 228/2012 e destinato esclusivamente alle salvaguardie, di tutte le somme sottratte.
In particolare, si tratta di quasi 1, 5 miliardi, a più riprese incamerati nella contabilitá generale quali semplici risparmi d’esercizio oppure attribuiti a svariati capitoli di spesa, tra i quali non brillano certo per coerenza al dettato legislativo che regolamenta il fondo quelli destinati a finanziare il Giubileo.
Le ragioni di tale iniziativa sono evidenti se pensiamo che gia la VII salvaguardia avrebbe dovuto restituire la pensione a tutti i 49.500 esodati aventi decorrenza nel triennio 2016/2018 ma che, in conseguenza delle riduzioni operate sul fondo, si finì col dare copertura solo alle decorrenze del 2016.
Sono quindi da ritenersi estremamente chiare e comprensibili le ragioni per le quali diversi comitati degli esodati, temendo un remake di quanto avvenuto con la VII salvaguardia, ora premono affinché non solo la Commissione Lavoro proceda speditamente ad approvare il testo della VIII salvaguardia ma che, più celermente ancora, si provveda a ricostituire integralmente il fondo e, nel contempo, si convochi la Conferenza dei Servizi, alla quale compete l’onere di autorizzare la spesa i dipendenza delle risultanze della consuntivazione delle precedenti salvaguardie e, di conseguenza, della formalizzazione delle effettive disponibilità del fondo.
Le ragioni di tale urgenza sono evidenti. I risparmi ottenuti con le precedenti salvaguardie sono sufficienti a salvaguardare tutti gli esodati dichiarati da INPS e si potrebbe prevedere la copertura anche per chi raggiungesse i requisiti oltre il 2018, a patto che nel fondo siano effettivamente presenti tutti i risparmi risultanti dall’esercizio delle precedenti salvaguardie (quanto meno delle prime sei). In piú occasioni il Governo ha precisato che non verranno effettuati nuovi stanziamenti per gli esodati e che ulteriori salvaguardie saranno possibili attingendo esclusivamente dai risparmi ottenuti dalle precedenti. La chiusura della cosiddetta “partita di giro”, in altre parole il rientro nel fondo di quasi un miliardo e mezzo di Euro, e la ratifica della giacenza da parte della Conferenza dei Servizi sono quindi propedeutiche e indispensabili alla approvazione della ottava salvaguardia. In difetto, agli esodati non resterebbero alternative se non quelle connesse alla flessibilità che sarà oggetto di discussione in Legge di Stabilità.
La necessità di dare vita ad una forte mobilitazione a tutela del fondo esodati è ritenuta dai comitati ineludibile, al punto che la Rete dei Comitati stessa, attraverso i suoi mezzi d’informazione, nell’esprimere condivisione alla raccolta di preadesioni alla diffida collettiva, indetta dal Comitato “Licenziati o cessati senza tutele”, invita i suoi iscritti a partecipare attivamente all’iniziativa. Decisione accolta con ovvia soddisfazione dagli organizzatori che, con l’intervento della Rete dei Comitati, vedono la concreta possibilità di raccogliere un numero di adesioni sufficiente a contenere entro livelli popolari il costo pro capite dell’operazione.
Benché l’iniziativa lanciata dal Comitato “Licenziati o cessati senza tutele” sia palesemente volta a sostegno degli esodati esclusi dalle precedenti salvaguardie, l’adesione è possibile anche da parte di chi, sebbene già salvaguardato, volesse aderire per solidarietà nei confronti dei meno fortunati. Al momento, dal numero delle adesioni raccolte in questi primi giorni, si ritiene che sussistano buone probabilità di poter assegnare effettivamente il mandato allo Studio Legale.
Per aderire compilare il modulo di pre-iscrizione raggiungibile al seguente link:
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