Pubblichiamo un interessantissimo lavoro di Salvatore Carpentieri sulle conseguenze attuative dei decreti pubblicati a salvaguardia delle due platee di 65mila e 55mila ex lavoratori.
L’analisi dei due decreti (DM 1° Giugno 2012 e DM 8 ottobre 2012) intende dare una risposta analitica al quesito se i criteri di selezione prefigurino o meno una netta separazione tra le due platee (65mila e 55mila). La questione, mai affrontata ufficialmente, non è di poco conto perché l’eventualità che parte dei primi “potenziali salvaguardati” possano godere di un legittimo diritto a fare eventualmente parte anche della successiva graduatoria, imporrebbe conseguentemente di tener in debito conto le eventuali eccedenze numeriche che, escluse dal primo decreto, potrebbero comunque vantare i requisiti richiesti per essere inseriti nella successiva selezione.
Liste salvaguardati: analisi dei disposti decretizi e degli aspetti attuativi
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Una risposta a “Liste salvaguardati: analisi dei disposti decretizi e degli aspetti attuativi”
Caro Salvatore, innanzitutto un grazie personale per il lavoro analitico svolto.
Le tue osservazioni sono assolutamente corrette.
Sin dalla bozza per il decreto per i 55mila, coloro che più attentamente hanno monitorato il florilegio di leggi, decreti attuativi e messaggi dell’Inps, hanno dato per scontato che era più corretto parlare di platea dei 120mila – in riferimento alla casistica della mobilità ordinaria – appunto per le conclusioni alle quali pervieni nella tua analisi.
Anche il noto sito BusinessVox ha immediatamente riunito le due platee nei suoi software di simulazione.
Ovviamente una virtuale linea di demarcazione tra le due platee esiste nella ratio legislativa, in quanto nella prima, come tu rilevi, di certo vanno annoverati coloro cessati entro il 4/12 mentre nell’altra vi potrebbero essere “anche” loro, assieme ai cessati post 4/12, purché in ambedue i casi si parli di accordi governativi.
Sono quindi d’accordo con gli esperti in materia, che definiscono la platea dei 55mila una potenziale valvola di sfogo nel caso di un’eventuale e mai sconfessata incapienza della prima, sempre limitatamente alla casistica della mobilità ordinaria.
Purtroppo però gli unici a non aver capito nulla della questione da te proposta sono sia i Patronati (tutti) che i funzionari dell’Inps, che in merito solo qualche mese fa rispondevano “eh, bisogna veder…non è detto”.
Temo, inoltre, che anche se potessimo porre gli stessi quesiti in ambito ministeriale avremmo risposte non prorpio confortanti, dato che, a mio avviso, NON è affatto scontato che al termine “ancorché” venga attribuito il significato da noi condiviso, mentre appare probabile che ricorrendo alla cosiddetta interpretazione autentica, questi si riveli una netta, seppur discutibile, linea di demarcazione tra la cessazione entro il 4/12 e quella successiva.
Ormai sappiamo bene quanto ambiguo possa essere l’enunciato legislativo e quanto malevola la sua applicazione.
Per quanto riguarda l’obbligo di cui parli, del datore di lavoro di comunicare tutte le cessazioni riconducibili allo stesso accordo governativo purchè firmato entro il 31/12/2011, non credo che tale obbligo abbia senso.
Tutti coloro che sono stati ricompresi nella casistica dei mobilitati tra i 65mila, hanno sicuramente ricevuto la comunicazione di probabile salvaguardia e questo vuol dire che la loro posizione è stata verificata e ritenuta meritevole di tutela ai sensi di legge.
Sarebbe questa loro collocazione a determinare l’eventuale inserimento d’ufficio nell’altra platea con conseguente priorità, non certo una reiterazione dell’avvenuta cessazione da parte dell’azienda.
Pertanto, se come noi pensiamo esiste un collegamento tra le due platee, l’Inps ha già quel che occorre; mentre, se in realtà esiste una netta demarcazione, le conseguenze di una eventuale esclusione dai 65mila, senza il riposizionamento nella graduatoria dei 55mila, sarebbe oggetto di individuale contenzioso nei confronti sia del Ministero che dell’Inps.
Auguriamoci vivamente di non doverci mai trovare a fronteggiare situazione del genere.
Fatte salve le premesse di cui sopra, in linea di principio concordo sulla ricaduta operativa che tu riconnetti alla osmosi tra le due platee: completare la prima lista per poter stilare l’altra.
Tuttavia, NON concordo sulla imprescindibilità della immediata formalizzazione della salvaguardia a tutti gli aventi diritto: una cosa è amministrare le posizioni riconnesse alla salvaguardia, un’altra è comunicarle subito agli interessati.
Mi auguro che questa nostra discussione serva a svegliare chi da tempo pensa d’essere al sicuro, mentre invece alcuni antichi nodi fondamentali rimangono da sciogliere, inclusa la ventilata lotteria annuale, assolutamente da temere.