La Legge 122/2010 del 30 Luglio 2010, cui sovente si fa accenno, nella fattispecie del caso in questione non dice assolutamente nulla, per il semplice motivo che tale Legge è stata emanata per corvertire in legge il Decreto n°78 del 31 Maggio 2010 apportandovi una notevole quantità di modifiche. Nel testo della Legge in questione troveremo quindi solo riferimenti alle modifiche apportate al decreto succitato mentre, per tutto quanto non specificatamente riportato nel testo legislativo, si deve far riferimento al decreto.
Nello specifico, dobbiamo quindi andare al Decreto n° 78 del 31 Maggio 2010, Art. 12, commi 5, 5-bis e 6 che, per comodità del lettore, riporto di seguito.
Da questa lettura ricaviamo quindi alcune informazioni essenziali che concernono la famosa domanda di avvalimento delle vecchie regole:
- – Le precedenti decorrenze dei termini (riforma Prodi) si applicano solo ad un massimo di 10mila beneficiari, che abbiano maturato (o che matureranno) i requisiti a decorrere dal 1° Gennaio 2011
- – Il provvedimento è rivolto solo a quegli ex lavoratori che siano in mobilità,oppure in mobilità lunga, oppure ancora che siano a carico dei Fondi di Solidarietà.
- – I requisiti devono essere raggiunti entro il periodo di fruizione delle prestazioni di tutela
- – Il monitoraggio delle richieste pervenute è affidato all’ INPS che, al raggiungimento del tetto di richieste stabilito (10mila), non accetterà più altre domande.
- – In funzione di quanto appena detto, il criterio ordinatorio delle richieste è quindi la data di presentazione della domanda di avvalimento del beneficio.
Il testo dispone quindi un intervento a sostegno del reddito per chi, pur essendo andato in mobilità (lunga o breve che sia) oppure si trovi a carico dei fondi di Solidarietà da prima del 30 Aprile 2010 ma non rientri nei summenzionati 10mila.
- – Il prolungamento della tutela servirà a coprire l’arco temporale che intercorre tra la vecchia e la nuova finestra pensionistica
- – Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze può disporre (quindi non è garantito che il Ministro disponga)
- – La copertura economica del provvedimento non è affidata ad uno specifico conto di spesa bensì si avvarrà, nel limite delle risorse disponibili, del Fondo Sociale per Occupazione e Formazione (quindi non è garantito nemmeno che le risorse saranno sempre congrue e disponibili).
Da quanto si legge, risulterà evidente come quanto disposto necessiti di essere integrato annualmente da un decreto interministeriale, che dovrà essere approvato da entrambi i ministeri e che, successivamente alla doppia approvazione del decreto, se ne dovrà attendere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e successivamente si dovrà ancora attendere l’attribuzione dei fondi necessari, che appartengono ad un diverso conto di spesa e quindi devono essere preventivamente svincolati per poter essere riattribuiti.
Infatti, con enorme, inqualificabile ritardo e nel più totale disinteresse delle parti politiche e sindacali, a firma congiunta di entrambi i ministeri nelle persone del Ministro Elsa Fornero e del Ministro Mario Monti finalmente, in data 5 Gennaio 2012, viene firmato il decreto n° 63655 che, riportando nelle premesse tutto quanto già abbiamo detto, dispone il proseguimento delle tutele economiche per 677 ex lavoratori che hanno maturato i diritti pensionistici secondo le vecchie regole nel 2011.
Ora si sta semplicemente ripetendo il medesimo rituale per coloro i quali, raggiunti i requisiti nel 2012, stanno andando verso di scopertura dal reddito (o magari già si trovano in queste condizioni). C’è da dire però che, contrariamente ai proclami ingiustificatamente trionfalistici che ricorrono in questi giorni, il provvedimento ha appena superato un primo di diversi ostacoli: la firma del Ministro del Lavoro. Ora dobbiamo attendere che altrettanto trovi il tempo di fare il ministro Monti, che il Decreto venga pubblicato in Gazzetta ufficiale e che i fondi non solo siano disponibili ma che vengano anche sbloccati.
Dalla tabella annessa al precedente decreto (n° 63655), se i casi coinvolti erano 677, quest’anno sarebbero 2.806 e il condizionale a questo punto è imperativo perché se i conti fatti avessero la medesima attendibilità di quelli estrapolati da INPS per determinare le salvaguardie, qualche candelina presso un quotato santuario non sarebbe male andarla ad accendere. Non dimentichiamo mai che, come abbiamo potuto constatare, il provvedimento non è dovuto ma è possibile, nel limite delle disponibilità di un Fondo che, per lo più, sopravvive in virtù di finanziamenti elargiti dalla Comunità Europea, che non c’è alcuna conferma in merito all’ attendibilità dei numeri messi a preventivo e che l’accesso ai benefici previsti non è illimitato nei numeri.
Con questo articolo si spera di aver contribuito a fare un po’ più di chiarezza nella consapevolezza di quanto sia sempre più drammatica la situazione economica degli ex lavoratori derubati della pensione e quanto inopportuna sia invece la disinformazione in atto sulla loro pelle. Del tutto inconcepibile resta comunque il totale disinteresse su questo fronte delle parti sociali e politiche; un silenzio la cui comprensione stenta fortemente a contenersi ormai entro l’alveo della semplice inedia.