Rilancio dal sito pensionedirittocostituzionale.it il resoconto di una importante conferenza europea in difesa della sanità pubblica, tenuta il 6 e 7 giugno a Bruxelles, alla quale ha partecipato un nutrito gruppo di appartenenti al CoNUP (COordinamento Nazionale di lotta Unitario Pensonati).
di Marcello LUCA
Resoconto conferenza e incontro in collaborazione con la Rete europea contro la commercializzazione della salute di cui il CONUP fa parte a Bruxelles 6-7 giugno 2017. Conferenza al Parlamento Europeo “Affari e salute,una relazione pericolosa. Commercializzazione e privatizzazione della salute in Europa”. Una settantina di persone tra il pubblico, per la maggioranza del Belgio. Tra gli internazionali, la delegazione italiana e quella francese, entrambe di 6 persone e un olandese. Interventi di parlamentari e consiglieri di gruppi parlamentari europei (Verdi, OSE,Socialdemocratici e GUE).
Ha aperto Philippe Lamberts, co-presidente Verdi che sottolinea che l’obiettivo è di garantire a tutti una vita sana ma purtroppo la logica degli affari batte la logica della salute pubblica affermando la commercializzazione della sanità.
Il portavoce della Rete Sebastien Franco critica la commercializzazione della sanità pubblica in quanto la salute non è una merce e propone una governance economica ed abbattimento dei bilanci nazionali assicurando il mantenimento dei servizi della sanità pubblica.
Julie Noir della Rete denuncia che in Francia sono stati chiusi 350 reparti maternità, si bada ai sintomi ma non alla cura, di fatto si esternalizza l’assistenza domiciliare e c’è rivalità tra i medici e casi di suicidio. In Italia c’è una stima di ben 12 milioni di persone che non si curano.
Rita Baten dell’OSE valuta l’impatto del mercato interno con un taglio della spesa sanitaria molto grande e c’è pressione del governo italiano su questo argomento.
Maria Arena dei socialdemocratici si riferisce al semestre europeo ribadendo che purtroppo il profitto è il faro e con lo sfruttamento dei lavoratori negli accordi commerciali non si protegge un sistema pubblico. Inoltre la prospettiva di accordi con la Cina getta un’ombra su tutta la vicenda.
Roberto Lopriore del GUE parla del caso della Regione Lombardia che di fatto supera il rapporto fiduciario tra paziente e medico e questo è francamente inaccettabile. Da rilevare anche l’aumento del 15% delle spese private così come l’immobilismo sugli accordi TRIPS sui brevetti e la proprietà intellettuale.
Chiara Bodini della Rete rileva che la commercializzazione della salute è un fenomeno mondiale con tagli indiscriminati della spesa pubblica per la salute, chiusure ospedaliere, riduzione dei letti, liste di attesa più lunghe, peggioramento delle condizioni di lavoro e della qualità del servizio ed incentivi al settore privato.
Le richieste della Rete sono di accesso alla cura (inclusi i farmaci essenziali), promozione della salute, demercificazione della salute, diritti e solidarietà sociale, prevenzione con assistenza sanitaria utile, necessaria ed efficace ed accessibile a tutti. Occorre aumentare la spesa pubblica per la salute (fiscale), proteggere la salute (cura) dalle logiche di mercato.
Mathias Maucer, EPSU è per rafforzare ii ruolo del dialogo sociale e l’impatto dei lavoratori e delle lavoratrici a livello UE
Su tutto ciò, Sylvain Giraud, della DG Salute e Sicurezza Alimentare della Commissione Europea, ha detto dell’ attuale estraneità dell’Europa rispetto alle politiche sanitarie, di esclusiva pertinenza dei paesi membri e che al momento non importa se le prestazioni sono offerte dal pubblico o dal privato, perché in ogni caso è il pubblico che paga.
Yves Hellendorff della Rete rileva che purtroppo i testi fondamentali dell’Europa favoriscono la commercializzazione della sanità ed i risultati sono deludenti in quanto sono i governi ad operare nel senso della commercializzazione della salute. Occorre invertire questa tendenza.
Nel pomeriggio ed il giorno 7 sette giugno si è svolta un’interessante riunione della Rete europea contro la commercializzazione della salute.
Presenti italiani (Chiara Bodini, Antonio Muscolino, Marcello Luca, Elide Alboni, Riccardo Iannello, Carlo Parascandolo e Ivana Graglia), francesi, belgi e un olandese. La Rete chiede agli organismi internazionali la centralità della prevenzione e promozione della salute in tutti gli aspetti di vita e di lavoro, prestazioni sanitarie utili, necessarie ed efficaci ed accessibili a tutti, senza vincoli di cittadinanza, finanziamento basato sulla fiscalità generale, quindi gratuità dei servizi e delle strutture sanitarie, protezione della sanità da logiche di mercato. Si respinge l’idea e la pratica delle assicurazioni integrative, che sono il cavallo di Troia per passare alle assicurazioni di malattia a favore della privatizzazione del sistema. La Rete è contro la privatizzazione e commercializzazione della sanità.