i quattro cavalieri dell'Apocalisse

Frustrazioni da social

 

i quattro cavalieri dell'ApocalisseUn tempo, le frustrazioni trovavano sfogo nelle piazze di paese, la domenica mattina, dopo la messa. Meglio ancora al pomeriggio, nelle bocciofile dove, tra stantii odori di toscano e vaporosi effluvi etilici, la libido poteva liberarsi di molti lacciuoli al cospetto di qualche ormai vuoto quartino. Oggi lo sfogatoio si è trasferito nei social dove, complice una mal riposta convinzione per la quale, alla virtualità dei rapporti corrisponda necessariamente una analoga virtualità delle responsabilità, non di rado la lingua acquista scioltezza e rapidità molto più del pensiero.

Non è così, come non è vero che l’ignoranza possa essere usata a pretesto per giustificare e compatire ogni sciocchezza e insulto. A prescindere dalle soggettive responsabilità civili e penali, “uno vale uno”, come va di moda sentenziare di questi tempi, e le risultanze della mancanza di coerenza e oggettività nella maggior parte dei confronti dialettici è davanti agli occhi di tutti. La certezza dell’impossibilità di trascendere a vie di fatto libera infine i freni inibitori, palesando talvolta la pochezza intellettuale che alberga nell’animo di molte, oserei dire troppe, persone. Molte, troppe persone che, intellettualmente modeste, nemmeno si rendono conto che, in fin dei conti, l’insulto rappresenta solo l’ultima spiaggia di chi non ha argomenti per contestare.

Il social, il cui termine stesso evoca il concetto di comunità che nasce dalla condivisione di specifici aspetti della vita delle persone, in realtà ha finito con l’assumere identità settarie, dove chi osa parlare fuori dal coro viene subito messo alla berlina dai capipopolo, coadiuvati dalla massa isterica dei seguaci. Una degenerazione, questa dei social, che negli anni ha quasi del tutto annientato la forza propositiva e creatrice dei primi comitati esodati e che, salvo pochi irriducibili, ha finito col distogliere verso impegni più coerenti le migliori menti. Data l’importanza sociale delle tematiche trattate, i comitati sono comunque da tempo oggetto di attenzione e frequentazione da parte di molti giornalisti online ed è fuori di dubbio che, se alcune cose sono state ottenute sul piano politico, se alcune istanze sono scampate al limbo del silenzio mediatico, parte del merito è da attribuire proprio a questi giornalisti.

Spiace pertanto, e allo stesso tempo indigna, osservare come la professionalità della giornalista Erica Venditti di pensionipertutti.it, mia concittadina, sia stata messa pubblicamente in discussione con capziosità e aggressività verbali, a tal punto che la ragione di tale agire sfugge se ci si limita alla semplice lettura dell’articolo in questione. Evidentemente, la ragione è altra ed è facilmente intuibile ma intanto è stata messa in forse la professionalità di una stimata giornalista e questo significa che, da ora in poi, lei e molti suoi colleghi che nei suoi confronti si sono prontamente mostrati solidali, anche solo in via precauzionale, potrebbero ridurre l’impegno verso i comitati e questo si tradurrebbe in una perdita di visibilità mediatica che nessun comitato può attualmente permettersi.

Da parte di questo blog, come già è stato fatto dagli admin di molti comitati presenti su Facebook, non si può fare altro che esecrare gli atteggiamenti autolesionistici di alcuni comitati ribadendo, nel contempo, la stima per la professionalità profusa dalla giornalista ingiustamente contestata e l’apprezzamento per l’ottimo lavoro d’informazione da lei svolto nel tempo a sostegno di tutte le istanze del mondo del lavoro, comprese quelle di chi oggi la contesta senza apparenti ragioni.

 

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