on. Damiano

Ora la salvaguardia per i 49.500 esodati con decorrenza entro il 2018

on. Damiano

 

Tanto le dichiarazioni fatte nel corso dell’audizione dei ministri Padoan e Poletti, avvenuta a Montecitorio il 24 settembre 2015 alla presenza delle Commissioni Lavoro e Bilancio di Camera e Senato, quanto quelle rilasciate nei giorni immediatamente successivi in ordine alla questione esodati, meritano un’attenta riflessione. Il video integrale della seduta è disponibile al pubblico ed è per pura necessità di sintesi che qui mi limito a riportare alcune note e stralci giornalistici che ne ripercorrono i passaggi salienti.

 

 

L’ On. Cesare Damiano a Repubblica del 25/09/2015:

«Siamo d’accordo con Padoan che vada trovata una soluzione definitiva per gli esodati: perché lo sia davvero deve avere risorse e un numero di lavoratori salvaguardati assai robusti » ha detto Cesare Damiano, presidente Commissione Lavoro della Camera. «I lavoratori martoriati dalla Fornero vanno tutti tutelati» ha precisato Marialuisa Gnecchi, membro della Commissione. Non risparmi già accantonati, ma risorse nuove saranno invece necessarie per finanziare la flessibilità in uscita.

L’ On. Damiano dal suo sito www.cesaredamiano.org

(Ansa)- Roma, 25 Set:
…Si tratta – spiega Damiano – di una proposta unitaria [n.d.r. – il TU approvato dalla Commissione Lavoro] che individua le famiglie di esodati ancora da salvaguardare. A partire da questo testo ci confronteremo con il Governo per inserire nella legge di Stabilità la settima salvaguardia, augurandoci che sia quella definitiva. A nostro avviso le risorse ci sono: si tratta dei risparmi fin qui realizzati dal Fondo esodati che l’Inps ha quantificato in 3,3 miliardi di euro fino al 2022… .

E ancora, il Min. Padoan, in audizione e a nome del Governo Il Sole 24Ore – 25/09/2015:

«…Il Governo s’impegna a utilizzare le eventuali risorse «disponibili e accertate» per dare copertura a un eventuale «nuovo ma definitivo intervento di salvaguardia» dei lavoratori esodati, ha affermato Padoan. Sottolineando ancora una volta che l’operazione si farà con apposite autorizzazioni di spesa sugli anni futuri con il «recupero delle economie accertate per gli esercizi pregressi». Tradotto: non c’è alcun “fondo esodati” da cui sono state sottratte risorse e per la nuova e ultima salvaguardia serve una norma che autorizzi la nuova spesa.»

Affermazioni il cui tenore, nel corso della seduta stessa, incontra per altro l’affermazione di piena condivisione da parte del Ministro del Lavoro Poletti. Nessuna incertezza quindi, da parte  sull’effettivo recupero delle economie pregresse (500 milioni) e sul loro impiego a favore delle salvaguardie.

Intanto, l’ On. Damiano, appena pochi giorni dopo, attraverso il suo sito affermerà:

(Ansa) – Roma, 29 Set:
« …La Commissione Lavoro della Camera, intanto, sta completando l’esame della proposta di legge sulla settima salvaguardia degli esodati. Sarà il nostro contributo a risolvere definitivamente il problema utilizzando le risorse risparmiate dal Fondo esodati, che l’INPS ha stimato in 3,3 miliardi di euro fino al 2023».

« …Il Governo s’impegna… »
Sono le parole del Min. Padoan.

Queste parole scaturiscono da un testo scritto, non da un intervento “a braccio”.

E’ quindi il Governo, del quale il Ministro si è fatto portavoce,
ad impegnarsi ad avviare un nuovo ma definitivo intervento
di salvaguardia dei lavoratori esodati.

Lavoratori esodati appunto, non altri. Non ferrovieri, non quota 96, non opzione donna, non Legge 104 o quant’altri che, a tutt’oggi, sebbene la loro condizione sia altamente meritoria di interventi a sanatoria di una legge dimostratasi iniqua e raffazzonata, conservano il posto di lavoro col relativo reddito che ne deriva.

Tale operazione, prosegue il Min. Padoan, abbisognerà di apposite autorizzazioni di spesa sugli anni futuri. Il Ministro non parla al singolare, del prossimo anno (2016); parla al plurale, senza porre un termine preciso. Tant’è vero che è lo stesso On. Damiano, a ruota dell’audizione e poi nei giorni immediatamente successivi, a tornare sulla ormai nota stima dell’INPS che parla di 3,3 miliardi di risparmi entro il 2022 – 2023 per il fondo esodati.

Le risorse quindi ci sono, gli esodati pure e il Governo è deciso a salvaguardarli tutti con questa ultima e definitiva salvaguardia; ovviamente previo accertamento delle effettive risorse e conseguente autorizzazione al loro impiego. Escludendo a priori la peregrina ipotesi che il Governo italiano possa aver voluto giocare sugli equivoci nei confronti dei suoi cittadini, non vedo quale altra lettura si potrebbe dare a un testo preparato nei particolari, letto in ambito istituzionale, immortalato nei video e infine depositato agli atti.

L’intera questione previdenziale, della quale gli esodati ne rappresentano un ben specifico aspetto a se stante, è sicuramente complessa ma dopo queste affermazioni del Governo prima e di diversi suoi esponenti poi, gli esodati sono certi che siano state finalmente poste delle solide basi per restituire loro la giusta e dovuta pensione

approvando ora, e non anno per anno,
la salvaguardia di tutti i 49.500 esodati,
già quantificati da INPS,
che decorrono entro il 2018.

Altrettanto sono certi che questo Governo saprà trovare altrove le risorse necessarie a tutelare anche le altre categorie di lavoratori (impropriamente accomunati agli esodati) portando altresì a compimento gli interventi volti a ridurre la pressione fiscale sulle famiglie.

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