Pensionati ed Esodati, no all’esproprio delle pensioni con la scusa della solidarietà

faro nella tempestaVanno cauti, con parole felpate e esibito rispetto, ma fanno chiaramente intendere che è ora di finirla con questo rimasuglio di democrazia, con la tripartizione dei poteri, con la Costituzione. Insomma, il Governo di Renzi vorrebbe, anzi pretende, d’avere le mani libere. Segnale gravissimo di arroganza che fa presagire un pessimo avvenire, ancor peggiore del presente che già odora di sterco. Se fosse stato Berlusconi a dichiarare che viene prima la finanza e all’ultimo i diritti, saremmo già stati additati in Europa come un paese preda di un Fascismo di ritorno. Visto che lo sostengono Renzi e Padoan, è tutto ok. Soprattutto se l’alibi è sempre e comunque il bene dei “giovani” da difendere e proteggere da quella massa di parassiti degli “anziani”, genitori e nonni compresi. (Filippo Vitali)

La Costituzione Italiana, é già oggetto di assalto, è continuando a non trovare resistenze, porteranno a compimento il loro disegno di demolizione dei baluardi della democrazia. Sono persone non elette, che fingono di avere il mandato popolare e di agire per il bene ed il futuro dei giovani; nei fatti stanno abbattendo tutti i residui diritti, preparando un futuro allucinante e privo di prospettive per i nostri giovani. (Giovanni De Gaetano)

La macchina da guerra del regime lavora a pieno ritmo per preparare l’attacco alle pensioni retributive che, ormai è evidente, si concretizzerà non appena terminate le consultazioni amministrative di fine mese. Non passa giorno che giornali e televisioni, totalmente asservite alle strategie di un governo illegittimo e autoritario, non ci propinino le loro teorie di fantomatiche schiere di pensionati, con pensioni già falcidiate dall’inflazione reale (non quella fasulla dell’ISTAT) e dalle mancate perequazioni, felici ed ansiosi di lasciare in beneficenza, ad altri appena un po’più disperati di loro, buona parte della loro pensione. Sarebbe persino inutile parlarne, vista la surrealtà di certe argomentazioni, ma è un dato di fatto che con questo si mira a colpevolizzare i pensionati per il solo fatto che percepiscono la pensione retributiva, come per altro previsto e motivato dalla Costituzione. Si tratta di un fatto gravissimo, antitetico agli stessi principi della Costituzione, oltre che a diversi suoi articoli. Necessita pertanto rintuzzare con tutta la forza questo ennesimo, efferato assalto mortale allo stato sociale.

Il concetto di solidarietà intergenerazionale non può essere scambiato con le strampalate teorizzazioni di certi pennivendoli buoni per tutte le stagioni. Non si fa della solidarietà sottraendo a chi già è povero, promettendo vagamente che andrà a beneficio (quando e quanto?) di chi è ancora più povero. Un esproprio certo oggi in cambio di una dubbia restituzione ai posteri domani; beato chi ci crede. La solidarietà intergenerazionale semmai sta laddove pensionato e lavoratore insieme, difendono pensione, lavoro e potere d’acquisto di entrambi.

Di fronte alla gravità delle intenzioni manifestate all’unisono dalle parti di governo, il sindacato pare essersi semplicemente smaterializzato; come se le attuali minacce allo stato sociale fossero cosa a lui estranea, salvo comparire sporadicamente nei format televisivi per imbonirci (anche lui) con argomentazioni sulla stessa lunghezza d’onda di quelle governative. Noi lo attendiamo al momento in cui chiederà di rinnovare la tessera ma, per intanto, dobbiamo difenderci; dobbiamo difendere il potere d’acquisto delle famiglie, che è costituito tanto dai salari quanto dalle pensioni e sovente anche solo da queste ultime. Per questo dobbiamo guardare con crescente attenzione alle nascenti realtà sociali, come il movimento di Landini e al costituendo Comitato Nazionale di Lotta (CNL.PU) che, dichiaratamente estranei agli usuali schieramenti politici, pur con qualche contraddizione si ripromettono di ricompattare un fronte di lotta unitario, per i diritti costituzionali, tanto dei giovani quanto degli anziani, di tutti.

Giovani, lavoratori, lavoratrici, casalinghe, disoccupati, immigrati, esodati, e pensionati non sono tante parti sociali divise da interessi divergenti se non addirittura contrapposte come ci vogliono far credere; sono bensì le mille espressioni di una sola società: quella di chi campa, il più delle volte male, con i soli proventi, presenti o passati, del proprio onesto lavoro e che la solidarietà sociale, senza retorica e vanagloria, già la pratica d un pezzo condividendo ora la pensione con i figli disoccupati, ora il salario con i genitori non autosufficienti.

Spero che saranno tantissimi i pensionati che, con alto senso civico, vorranno partecipare alla manifestazione nazionale in preparazione a Roma nel mese di giugno ma, ancor più, spero che a loro vorranno unirsi per essere una sola voce, lavoratori, lavoratrici, casalinghe, studenti e immigrati. Prima ancora, il 15 maggio a Pistoia, si terrà un importante convegno, aperto a tutte le forze sindacali e sociali, per la costituzione di un Coordinamento Nazionale di Lotta (CNL. PU). La strada per la difesa dello stato sociale, della Democrazia e della Costituzione, passa inevitabilmente da questi due appuntamenti. (Luigi Metassi)

Questa barzelletta della solidarietà intergenerazionale è usurata, non può più funzionare. Come fosse una cartina al tornasole, ci comunica il vuoto delle idee di una politica talmente impreparata da riutilizzare vecchi quanto ipocriti slogan. Questo Governo non è buono nemmeno ad inventarne altri. L’unica nota positiva, si fa per dire, è che questa disabilità comunicazionale mostra ancor di più l’assoluta continuità ideologica tra il primo golpe bianco condotto da Monti e quest’ultimo operato da Renzi.

In entrambi i casi la regia sappiamo di chi è stata, purtroppo.
Era la persona meno sospettabile, per la sua storia politica e per il ruolo che ricopriva.

Comunque, è andata così e da quando la Troika è riuscita a imporre anche in Italia la sciagurata serie di riforme economiche e sociali, è in atto una redistribuzione orizzontale della povertà. Povertà intesa in vari sensi. Anche la povertà di offerta di lavoro è povertà; e rientra in questa nuova visione capitalistico-finanziaria: precariato, rotazione, avvicendamento, fanno parte di quel disegno più generale, cioè togliere qualcosa a chi ha già poco per sostenere chi non ha niente.

Senza investire un euro, senza fare nemmeno un piccolo sforzo per attingere, che so, magari risorse fresche dai grandi patrimoni. In altre parole, non si ha intenzione di creare valore ma di estrarlo proditoriamente dalla classe dei lavoratori ed ex lavoratori, entrambi ormai privi di forza contrattuale in quanto non rappresentati né dalla politica né dai sindacati.

Allora, chi governa si fa bello di fronte la pubblica opinione ottusa,
perché invita chi ha fame a prelevare dal modesto piatto altrui.

Questa tecnica è diventata azione di governo consolidata. La stessa apertura recente verso forme di pensionamento flessibile, non è che un modo di sfruttare le casse pensionistiche per ammortizzare la disoccupazione dei lavoratori più anziani. Stanno costruendo un nodo scorsoio per i già pensionati e per i disperati che pensionati non sono ancora. La prima azione sarà quella di ridurre con qualche stratagemma gli assegni dignitosi assieme a quelli alti, per finanziare qualcosa che mai e poi mai dovrebbe incidere sui risparmi dei lavoratori.

La stessa riforma del lavoro, il maledetto Jobs Act, è perfetto per il puzzle che si sta poco per volta completando. Infatti è provvidenziale: via i lavoratori anziani che ancora costano normalmente; largo invece ai giovani che assieme ai salari da fame portano in dote, per ben tre anni, ricche agevolazioni fiscali. Tanto adesso i “vecchi” , ricattati, hanno la flessibilità dell’Inps che li aspetta. In tal modo la disoccupazione diminuisce e il buco INPS aumenta.

Ma a chi frega?

Non credo che in tale aberrante contesto il movimento di Landini possa servire davvero a qualcosa di concreto, dal momento che rifiuta di porsi come soggetto politico alternativo al Partito Unico di destra. Belle le parole, ma con le sole parole non si cambia il Paese. Credo di più nella costituenda unione dei pensionati. Se non altro ci si potrà organizzare per andare nelle aule dei tribunali, con delle idee chiare in testa. Sempre meglio del connivente ebetismo sindacale. (Filippo Vitali)

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