Lettera aperta della Rete dei Comitati Esodati al prof. Dell’Aringa

Egr. prof. Dell’Aringa buon giorno:

sono Angelo Moiraghi, rappresentante della “Rete” dei Comitati di Esodati” con cui lei ha avuto a Milano un incontro di oltre 2 ore durante l’ultima campagna elettorale, in cui ha potuto di persona rendersi conto, attraverso le varie casistiche che le abbiamo riportato, di quali fossero le condizioni in cui sta vivendo il popolo degli “Esodati” NON salvaguardati. Lei sa benissimo che da allora ad oggi nulla e’ cambiato sul piano legislativo delle norme che permetterebbero ulteriori allargamenti del numero di deroghe e/o l’ampliamento delle categorie di esonero.  E’ quindi con sorpresa che abbiamo appreso con un misto di disappunto e sconforto  quanto da Lei affermato ai microfoni di Radio Uno Rai, dichiarando:

<<La vicenda (degli “Esodati”, n.d.r.) fortunatamente si sta chiudendo: 130-140 mila esodati sono stati oramai messi a posto, possono andare in pensione con le vecchie regole, non credo che ce ne siano molti di più quindi questa ‘vicenda’ esodati si sta chiudendo, fortunatamente>>.

Senza timore di essere smentiti possiamo dichiarare che quanto da lei affermato NON CORRISPONDE AL VERO; infatti, come lei avra’ certamente modo di verificare, le stime fatte fare dall’ex ministro Fornero all’INPS, e poi da lei stessa contestate ma mai smentite da alcun soggetto amministrativo, ne’ politico, ne’ governativo, hanno stabilito in 390200 i soggetti che, prossimi al pensionamento, sono stati sorpresi dalle norme della “manovra” Fornero quando erano gia’ stati licenziati (con o senza accordi poco importa) o lo sarebbero stati di li’ a poco per effetto di accordi firmati con la ratifica a volte anche dello Stato (MiSE, MinLav ,…). E’ vero che 130130 di questi soggetti sono stati salvaguardati, ma le altre oltre 260000 persone (molte aventi pari diritti agli attuali salvaguardati ma esclusi dalle deroghe solo per una serie di condizioni di accesso estremamente restrittive non presenti nella legge 214/2011 ma imposte “ad hoc”dai successivi decreti ministeriali attuativi, e altre in posizioni ancor piu’ deboli le cui categorie non sono nemmeno mai state prese in considerazione nelle salvaguardie) SONO ANCORA LI’ che aspettano da oltre 18 mesi  che questo obbrobrio, che tutti persino l’ex ministro del Lavoro, hanno ammesso essere stato un “errore di valutazione”, venga sanato!

A meno che non sia cambiato il numero dei soggetti “Esodati” da considerare di salvaguardare, per i quali il Ministro Giovannini ha chiesto all’INPS di fornire la statistica, non capiamo quindi come Lei possa dire che di “esodati” da salvare “non ce ne siano molti di piu’” di quelli che gia’ sono stati salvati. Se pero’ cosi’ fosse, ovvero se fossimo in presenza di nuovi conteggi che riducono il numero degli “Esodati” NON ancora salvaguardati, ci saremmo aspettati che le sue affermazioni fossero supportate dai nuovi dati precisi e inconfutabili, meglio se resi pubblici: avremmo quantomeno avuto modo di capire il perche’ delle sue affermazioni!

In mancanza di dati nuovi non trovano quindi giustificazione le sue affermazioni a meno che lei non voglia negare che sia stato “rotto” quel patto di cui ha parlato il neo presidente del consiglio Letta nel suo discorso programmatico alle Camere, e del quale patto ha affermato che “deve essere ripristinato”. Quel patto tra Cittadino e Stato rappresentato dalle norme legislative vigenti al momento del licenziamento o della firma degli accordi, che prevedeva la maturazione del diritto pensionistico secondo ben precise regole che sono state modificate “in corsa”, e per le quali << non può dirsi consentita una modificazione legislativa che, intervenendo o in una fase avanzata del rapporto di lavoro oppure quando già sia subentrato lo stato di quiescenza, peggiorasse, senza una inderogabile esigenza, in misura notevole ed in maniera definitiva, un trattamento pensionistico in precedenza spettante, con la conseguente irrimediabile vanificazione delle aspettative legittimamente nutrite dai lavoratori per il tempo successivo alla cessazione della propria attività lavorativa. ….. omississ ……  Valgono per costoro il principio della garanzia della sicurezza sociale, che e anch’esso di ordine costituzionale (art. 38), oltre che le innegabili ragioni di giustizia sociale e di equità per cui non possono effettuarsi riforme o conseguire risultati a danno di categorie di lavoratori in genere ed in specie di quelli che sono prossimi alla pensione o sono già in pensione.>>  (cifr. sentenza della Corte Costituzionale n.822/1988).

Affermazioni come quelle che lei ha fatto gettano nella disperazione le centinaia di migliaia di Esodati (e le loro famiglie) che ancora attendono giustizia e dei quali in questi 18 mesi TUTTI si son fatti paladini, a parole, ma che in realta’ TUTTI, tranne pochi, fino ad ora hanno snobbato!

Quindi, a meno che lei sia in possesso di informazioni nuove sui numeri degli esodati NON salvaguardati e sui criteri di determinazione degli stessi (nel qual caso ci piacerebbe conoscerli e la invitiamo a renderli pubblici), le chiediamo fermamente la cortesia a nome della “Rete dei Comitati” di:

  • documentarsi sulla questione attraverso il dossier (allegato a questa mail) e presso i parlamentari del suo stesso partito (ma non solo) che anche in questi giorni, con pazienza e  professionalita’ si stanno dedicando perlomeno a cercare delle soluzioni che possano sanare questo dramma, aiutandoli nella posizione che Lei occupa a sensibilizzare ulteriormente il Ministro del Lavoro affinche’ si trovi anche la doverosa copertura economica che possa garantirne la soluzione (partendo dal fatto che la riforma Fornero altro non e’ stata che una “manovra” finanziaria fatta pagare appunto in gran parte agli Esodati e ai lavoratori prossimi alla pensione, “girando” al bilancio dello Stato i risparmi imposti sulla Previdenza che ammontano a oltre 80 Mld di Euro dal 2012 al 2021 –  fonte ufficiale: Ufficio Servizio Attuariale dell’INPS).
  • rettificare alla prima occasione utile le sue affermazioni secondo le quali “la vicenda” degli esodati starebbe per chiudersi con interventi che riguardano solo i “non molti” soggetti che rimangono da salvaguardare.

Salvo che Lei, come si diceva piu’ sopra, non voglia veramente negare che la “rottura” di questo patto Stato-Cittadino sia davvero avvenuta, nel qual caso dovrebbe chiedersi per quale ragione continua ad occupare una posizione, quella di Sottosegretario al Lavoro e alla Previdenza, che presuppone la piena consonanza d’intenti con il suo presidente del Consiglio il quale, stando alle sue parole, ha la piena consapevolezza del fatto che la “questione Esodati”, a meno di nuovi ed importanti interventi legislativi specifici, e’ ben lungi dal poter essere dichiarata chiusa.

Per la “Rete dei Comitati di Esodati”

Angelo Moiraghi

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