Commento su messaggio INPS 2526 e lettera di salvaguardia

Le cosiddette lettere di salvaguardia che stanno pervenendo in questi giorni continuano a sollevare perplessità da parte di molti mobilitati che, pur soddisfatti per quella che ha finalmete tutta l’aria di essere una felice accellerazione del loro iter verso la agognata pensione, non nascondono il loro disappunto e nemmeno un palpabile timore per le tante incertezze che un testo insolitamente ambiguo continua ad alimentare.

Ad una più attenta lettura, il messaggio INPS n° 2526 del 8 Febbraio 2013 non ha purtroppo contribuito a diradare le ombre poiché, seppur facendo ricorso ad un fraseggio apparentemente più articolato, sostanzialmente ribadisce il contenuto della lettera, senza minimamente far luce sui termini e i periodi suscettibili di interpretazione. Non riesce quindi a dissiparsi la coltre di perplessità ed una prima valutazione sulle apparenti incongruenze con gli aspetti normativi è già stata pubblicata non più tardi di due giorni fa su questo blog.

Nel precedente articolo siamo partiti dagli aspetti normativi per porre in luce le incongruenze di una lettura semplicistica del testo recapitatoci; ora questo lavoro di Filippo Vitali, che partendo da una lettura critica del contenuto della lettera perviene a conclusioni del tutto in linea con le precedenti, integra ed amplia ulteriormente quanto già emerso in prima battuta, con considerazioni il cui rigore logico e formale è incontrovertibile. Anche questo lavoro viene messo a disposizione dei tanti che, dopo tanti mesi di sofferenza, chiedono soltanto chiarezza.

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